mercoledì 17 novembre 2010

Cap. 6 - La banca universale: pozzo senza fondo o buco nero ?

Negli Stati Uniti, dopo avere drenato a causa dei mutui sub-prime - dagli inizi del 2009 ad oggi - oltre un miliardo di dollari di potenziali perdite (1) dalle pieghe dei bilanci delle grandi banche universali e dal connesso sistema bancario ombra (cfr. Cap. 1), la banca centrale (Fed), dopo aver quasi triplicato il suo bilancio durante lo stesso periodo di tempo, ha deciso di stampare ancora piu' moneta per comprare, dicono, titoli del tesoro Usa: e' il c.d. quantitative easing 2 - QE2. Per inciso, i banchieri centrali anziche' l'espressione: "drenare o coprire perdite del sistema bancario" usano dire: "stabilizzare il sistema finanziario o i mercati" e per fare cio' occorreranno ancora Usd 600 milioni nei prossimi otto mesi! (2). Le motivazioni della propaganda sono di favorire la massima occupazione e la stabilita' dei prezzi, cioe' non e' l'acqua che bolle a novanta gradi, ma l'angolo retto! Molti si chiedono che cosa ci sia dietro, ed alcuni azzardano che il QE2 - a differenza del QE1 che e' servito a salvare le banche dalla bancarotta - servira' ad eliminare la presione sui titoli di stato Usa. Il dilemma e' di facile soluzione basta andare a vedere dove saranno acquistati questi titoli, sul mercato primario o su quello secondario? Nel primo caso si finanziera' il governo, nel secondo si copriranno potenziali perdite delle banche. Il problema vero e' che l'oggetto del QE2, non sono farlocchi titoli cartolarizzati da banditi travestiti da solide banche, ma treasury bills.

In Europa, dopo aver speso 4.588 miliardi di euro in aiuti per il sistema finanziario e le banche, negli ultimi due anni fino ad ottobre 2010(3) ed essersi "salvati" l'un l'altro dalla Grecia, i contribuenti e risparmiatori dell'area euro si stanno "salvando" l'un l'altro dall'Irlanda prima e dal Portogallo, poi(4). Alla fine, dopo essersi tutti auto-"salvati" ad uno ad uno, speriamo che i contribuenti e risparmiatori europei tutti insieme riescano anche a salvarsi dall'Unione Europea, ben rappresentata dal gatto Jose' e la volpe Herman, e da Mangiafuoco Jean-Claude con la sua nutrita collezione di burattini in maschera, pronti a muoversi a tender di filo: i Romano, i Mario, i Giulio, i Giorgio, gli Azeglio ed i Giuliano, per citarne alcuni di lingua italiana.

Sempre in Europa, il giochetto di drenare le perdite dai bilanci delle grandi banche universali, sta costando - oltre al fallimento ideale in res - anche il fallimento strettamente contabile e di bilancio della Banca Centrale Europea (BCE), che si vedra' costretta a chiedere un umiliante aumento del capitale(5). Tanto per ribadire la solidita' dell'euro!

Il fallimento ideale del sistema delle banche centrali si e' manifestato nel momento stesso in cui sono state messe in opera le misure c.d. non convenzionali, che nello specifico sono le operazioni di mercato aperto che hanno ad oggetto titoli non governativi, oppure, le aste senza limiti di importo. Con questa tipologia di interventi il ruolo della banca centrale esula dalla politica monetaria ed entra nella politica fiscale, in quanto l'obiettivo di questi interventi non e' la trasmissione delle politica monetaria ma una politica fiscale tesa a salvare alcuni attori del mercato che altrimenti dovrebbero fallire. In democrazia questo modus operandi e' inaccettabile! L'utilita' economica e sociale del sistema delle banche centrali e' terminata e si e' instaurato un regime, elitario e plutocratico(6).

La ricchezza delle nazioni, cosi' come la materia, non si crea dal nulla(7), ma certamente puo' essere distrutta o annichilita. L'anti-materia e strumento di impoverimento delle nazioni - che decisori e burocrati "moderni" hanno a disposizione per distruggere la ricchezza - si chiama: banca universale (8).

Gli attuali atti di accomandigia (9) che l' "European Financial Stability Facility - EFSF" (10) si appresta a stipulare con gli stati nazionali piu' deboli per salvare le grandi banche, non serviranno certo ad impedire la naturale dissoluzione della banca universale, dopo il suo fallimento nel "modello del flusso circolare del reddito" (cfr. Cap. 2). Attenzione alle impennate dei prestiti marginali della BCE, serviranno da segnale per i risparmiatori di un certo stato nazionale, perche' significa che enormi moli di denaro sono state utilizzate per tamponare i buchi di qualche grande banca zombi (rectius: insolvente), prima del grande botto proprio dietro l'angolo(11) che trascinera' nel baratro per primi i cittadini di quello stato nazionale occupato dalla grande banca.

Al fine di accelerare il naturale disfacimento della banca universale, rischio autentico per la stabilita' delle moderne democrazie, economie e loro societa', sono quindi benvenute le iniziative organizzate che propongono ai correntisti la corsa agli sportelli (c.d. bankrun) ragionata, e non dettata dalla paura come avviene di solito(12). Di fronte all'inettitudine dei decisori e burocrati, incapaci di prevalere sul potere neo-corporativo delle banche universali, simili iniziative bene organizzate potranno costringere i governi a liberalizzare la raccolta del risparmio tra il pubblico e trasformare il sistema bancario di tipo commerciale in infrastruttura pubblica, cosi' come lo sono ad esempio, i binari della ferrovia, la rete stradale e le dorsali di telecominicazioni.


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(1) Cfr. voci in blu e azzurro, (Federal agencies debt securities; Mortgage-backet securities) nel visualizzatore a colori del bilancio della banca centrale Usa (Fed) [http://blogs.wsj.com/economics/2009/06/11/a-look-inside-feds-balance-sheet-61109-update/].

(2) Cfr. CNNMoney.com, 3 novembre 2010 [http://money.cnn.com/2010/11/03/news/economy/fed_decision/index.htm]. Un ammontare pari allo stipendio netto annuo di circa 20 milioni di lavoratori Usa, dato che nel 2008 lo stipendio medio e' stato di $ 30.774=.

(3) Cfr. Asca, 1/12/2010 [http://www.asca.it/news-UE__AIUTI_STATO_A_SETTORE_FINANZIARIO_OLTRE_4_500_MLD_IN_2_ANNI-971250-ECO&comunicati=1-.html]. Cfr. Reuters.com, 1 dicembre 2010 [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE6B00BL20101201]. Tanto per avere un termine di paragone dell'ammontare della spesa, il PIL della Germania nel 2009 ammonta a Usd 3.346,7 miliardi [http://data.worldbank.org/country/germany]; il PIL dell'Italia nel 2009 ammonta a Usd 2.112,78 miliardi [http://data.worldbank.org/country/italy].

(4) Cfr. per Irlanda, gardian.co.uk, 22 novembre 2010 [http://www.guardian.co.uk/business/2010/nov/21/ireland-asks-70bn-eu-bailout] e per Portogallo, Reuters.com, 26 novembre 2010 [http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITLDE6AP06O20101126].

(5) Cfr. Reuters.com, 13/12/2010 [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE6BC0I820101213].

(6) Cfr. elitismo [http://it.wikipedia.org/wiki/Elitismo] e plutocrazia [http://it.wikipedia.org/wiki/Plutocrazia].

(7) Cfr. [http://it.wikipedia.org/wiki/Equazioni_di_Maxwell].

(8) Cfr. lapalissiana chiarezza di Giulio Sapelli, Universita' Statale di Milano, Il Sole 24Ore, 13 novembre 2010: "L'unica ricetta per limitare le crisi e' spezzare l'industria finanziaria, separare l'attivita' commerciale da quella di investimento: le banche non devono poter usare i depositi dei correntisti per alimentare la leva finanziaria."

(9) Atto di accomandigia: atto col quale, nel medioevo, un comune o una signoria si metteva sotto il protettorato di un'altro comune o di un'altra signoria, a tempo o in perpetuo. Cfr. Dizionario Storico CNR, voci: accomandigia [http://tlio.ovi.cnr.it/voci/000545.htm].

(10) Per E.F.S.F. [Cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/European_Financial_Stability_Facility]. Salvo che non ci sia qualche beota al mondo che possa credere che i contributi italiani al EFSF li garantisca Tremonti di tasca propria, non si vede proprio con quali poteri senza un legge ad hoc egli possa legare l'Italia ad assumere in suo nome, validi obblighi giuridici per onorare le garanzie del fondo con Eur 79 miliardi, fino al 30 giugno 2013. Forse i campioni del diritto comunitario pensano che basti una direttiva o un regolamento per sfilare dalle tasche degli italiani la colossale cifra ? Come noto l'art. 11, della Costituzione italiana prevede l'adesione dell'Italia alle Organizzazioni Internazionali che perseguono istituzionalmente la pace e la giustizia fra le Nazioni. Da un punto di vista storico tale disposizione fu pensata dai costituenti per consentire all'Italia di aderire alla nascente O.N.U. Da tale adesione oggi derivano per esempio la partecipazione dell'Italia, per via surrettizia, alle guerra in Afganistan, nei Balcani ed in Iraq, nonostante l'Italia ripudi la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Successivamente l'art. 11 e' stato interpretato - in via asistematica - dalla Corte Costituzionale per pseudo-legittimare le ulteriori e forti limitazioni della sovranita' derivanti dalla partecipazione italiana alle Comunita' Europee e, oggi, all'Unione europea, rendendo cosi' per via interpretativa direttamente applicabili nell'ordinamento intaliano i regolamenti comunitari, le decisioni della Corte Europea, ed in alcuni casi addirittura le direttive europee (Cfr. Cap. 4, nota 8). E' evidente oggi come, di fronte al deficit di democrazia delle istituzioni europee e di fronte alla delicatezza delle materie per cui tali istituzioni vorrebbero legiferare, tale interpretazione sia divenuta insostenibile per il sistema della democrazia parlamentare. L'Unione Europea, pultroppo, prima ancora di fallire sull'euro, e' fallita da tempo nelle sua capacita' di incontrare i bisogni e le aspirazioni degli europei. Bisogni ed aspirazioni che sempre piu' spesso non coincidono con gli interessi delle grandi banche e multinazionali. L'euro e' un vestito cucito apposta per le banche universali e le multinazionali europee, falliti i loro bilanci e' fallito anche l'euro. Da un punto di vista dell'efficacia giuridica, gli accordi presi da esponenti del governo italiano nelle riunioni denominate "Ecofin" ed "Eurogruppo" sono simili a quegli atti di governo che in Italia si definiscono "decreti interministeriali", sempre che essi sono applicativi di una preventiva legge del Parlamento. Diversamente non possono rappresentare altro che semplici dichiarazioni d'intento dei ministri, che lasciano il tempo che trovano nell'economia della truffa innocente, come precisa il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Cfr. Reuters.com, 6.12.2010 [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/foreignNews/idITLDE6B508B20101206]; [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE6B505520101206.

(11) Cfr. Reuters, 18/11/2011 [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/foreignNews/idITLDE71H0QJ20110218] e Rischio Calcolato: "Update: Prestiti Marginali BCE" [http://www.rischiocalcolato.it/2011/02/ce-del-marcio-in-portogallo-solo-unaltra-banca-che-salta-in-aria.html]. Le operazioni di rifinaziamento marginale sono quelle indicate alla voce 5.5 della Situazione contabile consolidata (settimanale) dell’Eurosistema [http://www.ecb.int/press/pr/wfs/2011/html/index.en.html].

(12) Cfr. l'iniziativa organizzata di Eric Cantona denominata: "Bankrun2010" [http://www.bankrun2010.com]. Con tali iniziative peraltro il grande pubblico potra' agevolmente rendersi conto personalmente dell'enorme "gap" fiduciario esistente tra percezione e realta' del sistema bancario. Difatti normalmente a fronte di Euro 100 depositati, in concreto la banca e' in grado di restituire solo Euro 3 circa, il resto pultroppo, dopo la crisi dei mutui "sub-prime e' solo aria fritta nell'olio della fiducia percepita.

domenica 9 maggio 2010

Cap. 5 - Si scrive: "Grecia", si legge: "banche"

Come gli Stati Uniti hanno imparato dalla crisi dei mutui sub-prime che non si puo' mangiare l'uovo quando e' ancora nella "pancia" della gallina, cosi' l'Europa avra' modo di imparare che le mele marcie non vanno tenute nello stesso cesto di quelle sane(1).

E' chiaro a tutti ormai che il tentativo di salvataggio della Grecia, in realta', e' il tentativo di salvataggio, a spese dei cittadini degli stati comunitari, delle grandi banche universali europee che detengono nei loro bilanci i titoli di stato greci. Sono banche gia' di per se' insolventi, che hanno gia' delapidato i risparmi dei loro depositanti e che questa volta non potranno nascondere le perdite nelle pieghe dei loro conti(*). Dovranno essere nazionalizzate e saranno finalmente costrette a chiudere definitivamente i battenti, scalzando via l'elite politico-finanziaria. Questa cricca delirante usa le autorita' indipendenti, la banca centrale, la commissione europea ed in particolare il consiglio europeo (un organismo illegale non previsto nei trattati istitutivi della comunita', sprovvisto di forme di controllo democratico e giurisdizionale), per perseguire un ideale elitario ed antidemocratico (**). Adotta il modello del neo-corporativismo giuridico per esercitare l'autoritarismo nella gestione del potere legislativo, usa la commistione pubblico-privato ed agitando i totem dell'indipendenza e della modernizzazione compie ogni nefandenza pur di procrastinare il piu' ostinato conservatorismo nel mercato del credito, nel potere economico, nell'informazione. Impoverisce irrimediabilmente le comunita' dei lavoratori e rende tutti coloro che non fanno parte della loro confessione non religiosa, dottrinale e liturgica, meno liberi e piu' schiavi. Politici perfettamente allineati, come Frattini, pensano infatti che la spinta al rafforzamento della governance economica europea debba venire dal Fondo Monetario Internazionale anziche' dai suoi cittadini ed elettori! Oppure burocrati perfettamente organici, come Barroso, pensano che i governi debbano decidere su un'unione economica, oltre che monetaria, anziche' i Parlamenti.


Per chi conosce la storia sa' che gli autoritarismi sono piu' facili da instaurare quando si cavalca il malcontento delle masse ed e' noto agli storici quanto siano pericolosi in questo senso piani di salvataggio gia' falliti in partenza o gestiti con lo scopo di portare alla miseria le classi piu' deboli(2).

Decisori e burocrati europei di bassa levatura - burattini pronti a raccontare qualsiasi storiella plausibile (speculazione, complotti finanziari, "branchi di lupi" e chissa' cos'altro) pur di gratificare i loro tirapiedi, ossia quelle lobbies che foraggiano le loro campagne elettorali - sono disposti a rischiare di gettare nella miseria i comuni cittadini piuttosto che risolvere una volta per tutte i problemi finanziari di quelle grandi banche universali, che sono ormai piu' case da gioco che istituti di credito.

I cittadini sono piu' inclini a sopportare il malgoverno piuttosto che insorgere a farsi giustizia; ma quando " una lunga serie di abusi, prevaricazioni e inganni" rendono loro manifesta la volonta' di decisori e burocrati di trasgredire deliberatamente le leggi e quando "si perpetuano atti illegali contro le loro liberta' e proprieta' " essi si levano a difesa dei propri diritti. In questo caso la disobbedienza civile e' legittima (Locke, 1690).(a)

Dall'acropoli di Atene quancuno grida: "Peoples of Europe - Rise Up". Quello che sta' succedendo loro oggi, domani potrebbe succedere ad altri in Europa. Gia' oggi, per salvare le banche dal default della Grecia, tutti i lavoratori occupati dell'area euro dovranno sacrificare almeno quattro o cinque stipendi! Si parla complessivamente di 860 miliardi di euro, ossia circa 6.000 euro per occupato.

Oh cittadini d'Europa, chiedete con vigore l'abolizione della riserva della raccolta del risparmio tra il pubblico in favore delle banche, e come per incanto una nuova stagione di stabilita' e crescita, non solo economica, si schiudera' sul futuro. Chiedete con vigore la liberalizzazione del mercato del credito e non sarete piu' costretti a mantenere sanguisughe con il sudore della fronte, ma otterrete nuove opportunita' di lavoro per Voi e per i Vostri figli, una rinnovata progettualita' e una maggiore coesione sociale tra le diverse generazioni! Liberalizzare il mercato del credito significa eliminare le barriere all'entrata di natura legale all'esercizio dell'attivita' di impresa bancaria. Significa dare la facolta' a tutti coloro che ne' hanno l'intenzione di stipulare contratti bancari in forma d'impresa: (i) di deposito bancario; (ii) di apertura di credito; (iii) di anticipazione; (iv) di sconto e (v) di regolare tutte queste operazioni in conto corrente. Sara' poi il libero mercato a decidere chi e' bravo e merita fiducia e chi meno o per nulla! (b).

Europei svegliatevi! Non fatevi truffare cosi' i vostri risparmi! Oppure siete cosi' disinteressati da faticare Voi per far godere ad altri, perfetti criminali, i frutti del Vostro lavoro!

Il Trattato di Maastricht vieta a qualsiasi stato membro di assumersi le passivita' di un altro paese in difficolta', impone al paese insolvente di uscire dall'euro e solo dopo la sua dipartita e' consentito agli altri stati di aiutarlo(3). Ma la regola sacrosanta non vale quando si tratta di difendere gli interessi dell'elite laicista dei banchieri e dei burocrati a spese dei comuni cittadini(4). E' lo stesso ministro delle finanze a dichiarare al Parlamento italiano, sapendo di mentire, che un po' di interessi sul prestito fatto alla Grecia dall'Italia servono ad eludere questa regola.

Dov'erano le istituzioni europee quando la Grecia con l'aiuto della Goldman Sachs truccava con gli swap i propri conti di bilancio per poter entrare nell'Euro?

Il meccanismo e' sempre il medesimo, quello della truffa innocente, del dire una cosa per un'altra, del far apparire buono cio' che e' marcio, per lucrare sull' asimmetria informativa. Le strategie di megamarketing impongono agli organi di informazione di chiamare "maxi-scudo salva-euro" cio' che in realta' e' "un maxi-scudo salva-banche", ed agli esponenti delle BCE di dire che le operazioni di mercato aperto (acquisto di bond) condotte illegalmente(***) dalla banca centrale sui titoli di stato non hanno effetto sull'inflazione, quando e' ben noto il contrario!(****) A dire che la moneta che affluisce al sistema "serve per stabilizzare i mercati" mentre va' a coprire le perdite delle banche universali! (5) E forse anche quelle delle assicurazioni. (6) I londinesi di finanza se ne intendono e sanno bene come funziona il sistema finanziario.(7) I politici, come Tremonti, si affrettano a dichiarare: "abbiamo evitato la catastrofe, l'Europa ora e' molto piu' forte" mentre in realta' "la catastrofe e' solo rinviata e di piu' forte in Europa c'e' solo la neo-corporazione dei banchieri universali e dei burocrati". In verita' e' in atto la piu' colossale redistribuzione della ricchezza dalle tasche dei lavoratori alle tasche dei banchieri e dei burocrati. Le prove sono sotto gli occhi di tutti quelli le vogliono vedere: nelle quotazioni di mercato dei titoli delle banche universali e nel cambio dell'euro, le prime con rialzi del 20% mentre il secondo e' in forte ribasso! (8)


Il maxi-scudo e' un fondo (una cassa) riempito con Eur 750 miliardi, che tecnicamente si chiama "European Financial Stability Facility - EFSF", un veicolo, degno della peggiore tradizione delle cartolarizzazioni stile sub-prime, che si indebiterà emettendo sul mercato titoli per raccogliere moneta, quindi per comprare altri titoli (non si sa' bene di chi) sull'orlo dell'insolvenza (in inglese: default). Questo fondo emettera i titoli con garanzia degli stati europei che quindi andranno a finire nei migliori portafogli dei fondi di investimento gestiti dalle banche, ma piu' verosimilmente nei portafogli (meno controllabili) dei fondi pensione, gestiti dalle compagnie di assicurazioni. In sostanza, affinche' anche l'uomo della strada possa capire, questo fondo altro non e' che "un bel barile riverniciato a nuovo, con uno strato di marmellata sotto il coperchio, pieno di letame, spacciato per concime di ultima generazione, in grado di far crescere - seminando i Vostri soldi annaffiati - gli alberi del denaro"!(9)

In uno stato ricco vivono cittadini poveri, mentre in uno stato povero vivono cittadini ricchi, sara' bene ricordarselo quando si dovranno pagare le tasse. (10) Gia' anche quella di pagare le tasse e' una regola che puo' essere elusa. Lo sanno bene i banchieri che per decenni hanno incrementato il prodotto interno lordo dei paradisi fiscali con strutture appositamente dedicate a questo ed altri scopi! (11) Lo sanno bene anche i decisori che hanno sempre avvallato queste pratiche e che, quando e' cambiato il vento (con il G20 di Londra) a causa della crisi finanziaria, si sono affrettati ad approntare i c.d. scudi fiscali per permettere alle banche universali di rimpatriare a basso costo, nelle loro casse ormai vuote, gli ingenti capitali illegalmente esportati!


L'Europa laicista, elitaria, neo-corporativa ed anti-democratica dei burocrati, dei banchieri, delle multinazionali e dei gruppi di interesse, ha gia' in mente per loro il prossimo pasto gratis a Vostre spese, cari Europei, si chiama fisco europeo(12). Una miscela di imposte prelevata direttamente dalle Vostre tasche con il beneplacito dei politici nazionali. Cari Europei e' suonata l'ora della sveglia, se non volete ritrovarVi, tra qualche anno, servi di una nuova zolla!

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(*) Il meccanismo della truffa innocente e' ormai noto. Agendo sui principi contabili (usi), nei periodi di vacche grasse, si permette alle banche (i) di valutare i titoli in portafoglio in base al c.d. fair value, e quindi (ii) di distribuire gli utili (per spolparle), anche se questi utili sono meramente stimati, e, benche' non siano effettivamente realizzati! La cosa peraltro - almeno in Italia - e' illegale (e sanzionata penalmente come falsa comunicazione sociale), per violazione dell'art. 2303, codice civile, che recita: "non puo' farsi luogo a ripartizione di somme tra i soci se non per utili realmente conseguiti". Per contro nei periodi di vacche magre, si modificano gli usi (principi contabili) sospendendo la valutazione al c.d. fair value ed introducendo la valutazione al c.d. costo storico, evitando cosi' di contabilizzare in bilancio le perdite, con buona pace per la "sana e prudente gestione" made in bankitalia. Cfr. [http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/19/Economia%20e%20Lavoro/6_D.shtml?]. Per la precisione, secondo autorevoli ricerche (R&S - Mediobanca), gli attivi bancari valutati al c.d. fair value (azioni, obbligazioni, titoli di stato, derivati) sono in media (i) per i gruppi bancari statunitensi il 34% delle attivita' totali (dato sottostimato), (ii) per quelli europei il 43% delle attivita' totali e (iii) per i primi dieci gruppi bancari italiani sono in media il 20% circa del totale degli attivi. Cfr. [http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2010/05/Banche-rischio-sofferenze.shtml?]. In Italia, infatti i problemi derivano piu' dal "vecchio stile" dei prestiti fatti agli "amici degli amici" che non dall'alta finanza speculativa! La situazione di incertezza sulla solvibilita' degli istituti bancari e' tale che gli stessi preferiscono depositare la liquidita' presso la BCE in depositi c.d. overnight piuttosto che prestare moneta ad altri istituti di credito. Cfr. anche i dati da record della BCE sui depositi presso la banca centrale, Voce 2.2 del passivo, della "Situazione contabile consolidata dell’Eurosistema" settimanale. [http://www.ecb.int/press/pr/wfs/2010/html/fs100608.it.html]; [http://www.risk.net/credit/news/1653805/investors-concerned-german-banks-exposure-southern-europe].


(**) cfr. Conferenza stampa del 1 giugno 2010, MEP Mario Borghezio, su riunione 2010 in Spagna del Bilderberg Group [http://www.youtube.com/watch?v=ki8gXV88wng&NR=1]. Secondo alcuni questo club costituirebbe un "gruppo di decisione" occulto e non un semplice "gruppo di riflessione", insomma una cupola della framassoneria occulta di alto bordo (o borgo), una mafia (come dicono in sud Italia) alto locata, mondialista, elitaria ed anti-democratica dedita alla costituzione del c.d. "nuovo ordine mondiale" (in inglese: the new world order). Cfr. [http://www.ilgiornale.it/interni/borghezio_ricerca_setta_segreta_padrona_mondo/02-06-2010/articolo-id=449829 ]; [http://www.guardian.co.uk/world/blog/2010/jun/02/charlie-skelton-bilderberg-spain]; [http://www.independent.co.uk/news/world/europe/what-are-the-bilderberg-group-really-doing-in-spain-1991021.html]. Giulio Tremonti, 7 settembre 2010, dopo la decisione dell'Ecofin di adottare il c.d. semestre europeo dichiara: Abbiamo un continente, un mercato e una moneta comune... abbiamo avuto ventisette politiche e dovremmo ridurle a una. La domanda che sorge spontanea e' chi decide questa unica polica? Rappresentanti democraticamente eletti oppure gruppi di decisione occulti? Magari gli stessi che hanno investito Van Rompuy prima ancora del Parlamento Europeo? Le istituzioni europee predicano bene ma razzolano male, difatti i segnali che rivelano l'esistenza di pratiche occulte e di procedure illegali, ai piu' alti livelli decisionali delle istituzioni europee, si moltiplicano e denotano una regia delle politiche comunitarie di stampo neo-corporativo ed elitario, tutt'altro che democratica e trasparente, con grave danno per i cittadini in ogni contesto economico-sociale a vantaggio di una non bene identificata classe dirigente [cfr. Wsj, 24 settembre 2010, comitato segreto per l'euro, http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703467004575464113605731560.html], [http://www.ilriformista.it/stories/apcom/265704/], [http://www.ilgiornale.it/economia/ce_comitato_segreto_che_guida_leuro/26-09-2010/articolo-id=475934-page=0-comments=1].
Per l'apoteosi delirante di un manipolo di autoritaristi, che privi di legittimazione popolare, pretendono di dirigere con pluralismo limitato, i bilanci, le spese e la fiscalita' degli Stati Nazionali europei, cfr. [Stark, Bce, 25/10/2010 http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE69O03820101025]. Le dichiarazioni denotano autoritarismo degno di un regime civile europeo, recano ingiuria all'elettorato di tutta Europa e sono sintomo del cancro del neo-corporativismo giuridico che divora le istituzioni democratiche degli Stati europei e che dovrebbe essere estirpato. Per la Costituzione italiana e' illegale qualsiasi autorita' indipendente che priva di legittazione popolare abbia poteri regolamentari erga omnes. Nel sistema giuridico basato su principi di legittimazione e di legalita', tale configurazione priva di legittimazione popolare dei poteri legislativi, oltre che tradire la Costituzione, equivale di fatto al ritorno all'esperienza del fascismo! Il Presidente della Repubblica Italiana avrebbe il dovere di tutelare i cittadini da tali pseudo-istituzioni, anziche' condividerle senza riserve [Cfr. Napolitano, 28/10/2010 http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE69R03C20101028].


(***) cfr. Camera dei Deputati, Interrogazione 4/02247, Risposta scritta del 23 giugno 2009, [http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=9187&stile=6&highLight=1]; cfr. per contro, (Atto non Legislativo), Regolamento (EU) n. 407/2010 del 11/05/2010, del Consiglio dell'Unione europea [http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:118:0001:0004:IT:PDF]; per TFUE cfr. [Trattato di Lisbona]; Per il testo completo del Trattato di Lisbona e per i testi consolidati del Trattato sull'Unione Europea (TUE) e del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), cfr. [http://europa.eu/lisbon_treaty/full_text/index_it.htm].

(****) Obiettivi e strumenti della politica monetaria, cfr. [http://www.simone.it/economia/economia%20europea/politica_monetaria1.htm]


(a) John Locke in verita' parlava apertamente di rivoluzione, ma in eta' contemporanea sarebbe anacronistico. La disobbedienza civile è una forma di lotta politica, attuata da un singolo individuo o più spesso da un gruppo persone, che comporta la consapevole violazione di precise norme di legge, considerate particolarmente ingiuste. La disobbedienza civile si deve svolgere pubblicamente, in modo da rendere evidente a tutti la protesta, ed immediatamente operative le sanzioni previste per la violazione dalle norme di legge ritenute ingiuste. Ad esempio, in politica economica, la disobbedienza civile non puo' essere attuata con l'evasione fiscale, in quanto condotta occulta, ma puo' manifestarsi mediante la semplice omissione del pagamento delle imposte, tale da essere palese ed in grado di provocare l'immediata operativita' delle sanzioni previste dalla legge. Cfr. Henry David Thoreau (1849), [http://www.liberliber.it/biblioteca/t/thoreau/disobbedienza_civile/html/d_civile.htm]


(b) Berlusconi, Assemblea Annuale Confartigianato, 9 giugno 2010. Cfr. [http://www.asca.it/news-BERLUSCONI__IN_ITALIA_DIFFICILE_FARE_IMPRESA_PER_CULTURA_COMUNISTA-922322-ECO&comunicati=1-.html]; [http://www.asca.it/news-IMPRESE__CONFARTIGIANATO__APPREZZIAMO_RIVOLUZIONE_GOVERNO_SU_LIBERTA_-922233-ECO&comunicati=1-.html]

(1) Ciampi, 9 maggio 2010, cfr. [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE64800W20100509]
(2) cfr. [http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Dawes] e [http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Young]

(3) Art. 108, Trattato di Roma; Artt. 109 e 125, Trattato di Maastricht; Art. 143, Trattato di Lisbona. Cfr. [http://it.finance.yahoo.com/notizie/grecia-gruppo-di-bruegel-estendere-art-143-di-lisbona-all-eurozona-asca-0156bc4f6b30.html?x=0]

(4) Il conto della spesa ammonta Usd 1 trillione. Cfr. [http://uk.reuters.com/article/idUKTRE6461B920100510]. Per gli italiani, la salassata e' di Eur 14,8 miliardi, che saranno rastrellati sul mercato con nuove emissioni di titoli di stato aumentando il debito pubblico [cfr. Mef, comunicato stampa n. 151, del 1/10/2010 http://www.tesoro.it/ufficio-stampa/comunicati/?idc=25292]. Sara' necessario quindi ridurre le spese (v. D.L. 78/2010) - visto che in Italia non e' piu' possibile aumentare le tasse senza scatenare una rivoluzione popolare - per mantenere invariata la misura del rischio di fallimento dell'Italia (in inglese: rating). Cfr. [http://www.asca.it/news-GRECIA__ITALIA_AUMENTA_EMISSIONI_TITOLI_DI_STATO_PER_AIUTARE_ATENE-921743-BRK-.html]. E poi magari ci sara' anche qualcuno che si stupira' che il differenziale di rendimento (spread) tra i Btp italiani ed i Bund tedeschi sia al massimo storico! Cfr. [http://www.asca.it/news-CRISI__SPREAD_BTP-BUND_TOCCA_177_PUNTI__NUOVO_PICCO_STORICO-921791-ECO&comunicati=1-.html]; [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE6570MY20100608]. Ma il bello deve ancora venire, prossima tappa - entro tre anni - la fuga dei capitali e di li' a poco il decollo dell'inflazione, quando anche la Germania sara' sfiancata dalle manovre della Merkel. Dopo di che - entro il lustro - bye bye Euro ed Unione Europea. In Italia, una seria politica di riduzione del debito pubblico e di rilancio dell'economia, dovrebbe affrontare (i) una riperimetrazione della pubblica amministrazione tale da ricomprendere anche le fondazioni bancarie [http://it.wikipedia.org/wiki/Fondazioni_bancarie] ; (ii) la separazione delle attivita' di banca d'investimento da quelle di banca commerciale; (iii) un frazionamento degli sportelli delle banche commerciali su base territoriale in funzione dei distretti industriali e (iv) quindi procedere ad una seria privatizzazione con divieti di aggregazione oltre una certa dimensione dell'impresa bancaria; (v) sciogliere le briglia della Cassa Depositi e Prestiti come braccio finanziario dello Stato. Dopo l'infruttuoso regalo di Ciampi e poi di Amato all'elite italiana dei banchieri maneggioni, la nazionalizzazione delle fondazioni bancarie - seguita a ruota da quella della Banca D'Italia - e' senz'altro il primo passo verso la normalizzazione - in senso costituzionalmente accettabile - del sistema bancario italiano [http://corrieredellacollera.wordpress.com/2011/01/10/le-fondazioni-bancarie-e-la-loro-%e2%80%9cnazionalizzazione%e2%80%9d-di-f-venanzi/]. A tal proposito cfr. anche Giulio Sapelli, Il Mondo n.13 del 14/01/2011: "Propongo la nazionalizzazione delle fondazioni bancarie, che finora si sono dimostrate inefficienti e clientelari. Lo Stato dovrebbe (ri-)appropriarsi del loro patrimonio, che in fondo e' della collettivita', e che quindi puo' benissimo essere gestito centralmente. E utilizzare tale patrimonio per rendere piu' solide le grandi banche nazionali, alle quali va poi imposta un'operazione di efficienza e di supporto alla crescita delle aziende.


(5) cfr. Nowotny (Bce), 11 maggio 2010,[http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/foreignNews/idITLDE64A0DQ20100511]; [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE64A0JA20100511]; cfr. Stark (Bce), 12 maggio 2010, [http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITLDE64B0GA20100512]; cfr. anche [http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITLDE64B12F20100512] e Trichet (Bce), 12 maggio 2010 [http://www.ecb.int/press/key/date/2010/html/sp100514.en.html].

(6) Per l'esposizione delle compagnie di assicurazione ai titoli di stato in Europa, cfr. [http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-05-28/ageas-salva-rating-vendendo-080400.shtml?]. Cfr. anche i dati della BCE sul Securities Markets Programme, Voce 7.1 dell'attivo, della "Situazione contabile consolidata dell’Eurosistema" settimanale. [http://www.ecb.int/press/pr/wfs/2010/html/fs100518.it.html]. Per i rendimenti, in Italia, dei fondi pensione rispetto al trattamento di fine rapporto cfr. [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE65E08Q20100615].


(7) Per il rifiuto della Gran Bretagna di partecipare al fondo europeo salva-banche, cfr. [http://www.corriere.it/economia/10_maggio_10/cavalera_e6f7d08a-5bf7-11df-92dd-00144f02aabe.shtml]. Come potrebbero infatti i politici britannici giustificare l'aiuto alle banche europee dopo aver portato il paese sull'orlo del baratro per salvare le loro?


(8) Per l'Italia: cfr. quotazione di lunedi' 10/05/2010 di Banca Intesa ed Unicredit.


(9) Per la costituzione in Lussemburgo del mega-fondo europeo salva-banche (e assicurazioni) cfr. [http://in.reuters.com/article/idINIndia-49115120100607]. Per la nomina di Klaus Regling a CEO cfr. [http://www.gouvernement.lu/salle_presse/communiques/2010/06-juin/08-efsf/index.html]. Lo scopo del fondo e' quello di mettere, nel migliore dei casi, un po' di aria fritta (con garanzia di stato) nei bilanci delle banche e assicurazioni, al posto delle perdite. Cfr. Juncker, 12 luglio 2010 [http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE66C01520100713?pageNumber=1&virtualBrandChannel=0]; Regling, Il Sole24Ore, 14 luglio 2010 [http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-07-14/fondo-salvastati-apre-banche-082243.shtml?]. Nel peggiore dei casi, le perdite andranno a finire nelle tasche dei contribuenti europei! Tanto per non confondersi, Eur 440 miliardi sono poco piu della meta' di tutta la carta moneta in circolazione denominata in Euro, cfr. voce 1 del passivo della situazione settimanale BCE [http://www.ecb.int/press/pr/wfs/2010/html/fs100608.it.html]. C'e' poi da chiedersi se gli altri comparti industriali europei, altre a quello bancario ed assicurativo, non abbiano anch'essi diritto - nei periodi di vacche magre - ad avere un fondo europeo salva imprese a spese dei contribuenti visto che un fondo statale a questo scopo sarebbe considerato dalla Commmissione europea un aiuto di Stato ! E siccome in poco meno di due anni da un no! secco al fondo salva-banche a spese dei contribuenti si e' passati ad un si! entusiasta, superando ogni avverso limite [cfr. Trichet, La Repubblica, 7 ottobre 2008, http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/economia/crisi-mutui-8/sette-ottobre/sette-ottobre.html], gli altri comparti industriali europei hanno di che ben sperare. D'altro canto si sa' che ...al suon della vil moneta ogni rumor s'accheta... anche (o forse specialmente) nelle "grandi" burocrazie. Piu' recentemente le strategie di megamarketing impongono di chiamare il fondo salva-banche: "salvagente Ue" anziche' "mangiatoia Ue" per politici, burocrati e banchieri falliti [cfr.Il Sole24Ore, 29/9/2010, http://www.wwwilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2010-09-29/salvagente-tempo-pieno-080615.shtml]. La neo-corporazione mondialista dei banchieri e' talmente organica alle pseudo-istituzioni europee che nella dichiarazione finale della riunione c.d. Ecofin del 1/10/2010 e' stata inserita questa frase: "Ministri e governatori (delle banche centrali, ndr.) hanno sottolineato i rischi collegati al mercato del debito sovrano, che potrebbero avere un effetto contagioso sul settore bancario. In verita', tutti sono tenuti a sapere che la frase corretta da consegnare alla cronaca avrebbe dovuta essere esattamente opposta: ministri e governatori hanno sottolineato i rischi collegati al sistema bancario, che potrebbero avere un effetto contagioso sul mercato del debito sovrano. Un brutto esempio concreto di quello che Berlusconi e' solito definire "un capovolgimento della realta'!.


(10) Per l'Italia, cfr. comunicato del governo, del 26 maggio 2010, per motivare asprimenti fiscali in Italia ed in Europa [http://www.governo.it/Presidente/AudioVisivi/dettaglio.asp?d=58001]. Per coloro che non sono convinti, cfr. Paul Krugnam, Il Sole 24Ore, 22 maggio 2010, "Il persistere di disavanzi riflette un calo permanente delle entrate, dovuto in primo luogo alla forte riduzione del Pil potenziale determinata dalla crisi, ma anche all'impatto di una diminuzione dei prezzi delle attività e dei profitti del settore finanziario" [http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/22/Italia/15_A.shtml?]. Cfr. IMF, Fiscal Monitor, 14 maggio 2010. [http://www.imf.org/external/pubs/ft/fm/2010/fm1001.pdf]


(11) cfr. [http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2010/04/antiriciclaggio-sentenza-sanmarino-gdf-rogatoria.shtml?uuid=9adf93d4-4d30-11df-bc63-5f30f1ba22d3&DocRulesView=Libero]


(12) Il commissario europeo per il bilancio e la programmazione, Janusz Lewandowski, ha annunciato che la Commissione Ue ha proposto di incrementare le risorse finanziarie dirette attraverso l’introduzione di nuovi tributi comunitari. Nel dettaglio la proposta consiste nell’istituire 1. una tassa europea sul trasporto aereo, 2. l’Iva europea, in luogo del prelievo fisso che attualmente viene applicato sulle entrate Iva di ogni stato membro, 3. la vendita diretta di permessi per l’emissione di gas e effetto serra, 4. la partecipazione al gettito di una nuova tassa sulle attività finanziarie o sulle transazioni finanziarie e, infine, 5. la partecipazione al gettito di una nuova tassa sull’energia o di una nuova imposta sulle società. In sostanza l’Europa reclama entrate per finanziarsi e, soprattutto, per ridistribuire fondi;
cfr. [http://info.rsi.ch/home/channels/informazione/info_on_line/2010/10/19-Verso-una-IVA-europeaA-sin-Janus
]



venerdì 29 maggio 2009

Cap. 4 - Crisi finanziaria e mercati

E' un dato ormai noto ed acquisito che la crisi finanziaria ha avuto origine all'interno del sistema bancario e propagandosi attraverso il sistema finanziario ha contagiato l'intera economia mondiale, causando una grave recessione con perdita di milioni di posti di lavoro ed enormi costi per i bilanci pubblici. Per inciso, le spese nei vari interventi governativi a sostegno del sistema bancario sono stimate in circa $ 14 trilioni, o se si preferisce nel 25% del PIL globale.(*) Le cause della crisi del sistema bancario sono state individuate nell'eccessivo uso della cartolarizzazione dei mutui sub-prime.(1)

Molti commentatori hanno voluto vedere nell'eccessiva deregolamentazione dei mercati finanziari le cause della crisi auspicando una maggiore regolamentazione. E' vero che il "sistema bancario ombra", composto da società veicolo di emanazione bancaria
specializzate nella raccolta (all'ingrosso) del risparmio mediante il collocamento di prodotti strutturati di credito, scambiava i titoli tossici sui mercati finanziari non regolamentati (c.d. over-the-counter, otc), ma non possono essere addebitate alla deregolamentazione dei mercati le cause della crisi, che vanno piuttosto ricercate nelle regole di deconsolidamento accordate alle banche universali. Per inciso, l'espressione sistema bancario ombra denota quella massa di passivita' nascoste, originata dalle stesse banche universali, che non compare nei loro bilanci d'esercizio perche' deconsolidata, ma che deve essere onorata. Il sistema finanziario ombra scambia sui mercati non regolamentati i titoli rappresentativi della massa oscura della banca universale, che resta cosi' nascosta dietro un velo grazie alla compiacenza regolamentare delle banche centrali e delle altre autorita' indipendenti di controllo che ne' consentono il deconsolidamento. Parte di questa massa oscura che abbruttisce i bilanci delle banche universali, con la crisi dei mutui sub-prime si e' trasformata in cocenti e sonore perdite, e giace senza vita nei bilanci delle banche centrali di mezzo mondo, nell'illusoria speranza che un giorno possa resciuscitare a nuova vita, scatenando tempeste valutarie. Parte e' stata messa nelle tasche delle famiglie e delle imprese, che vedono sfilarsi redditi, posti di lavoro e crescita, in cambio di nulla. Parte si aggira ancora occulta e minacciosa per i mercati in attesa di essere collocata in qualche fondo o bilancio governativo a spese del contribuente.



In verita' tutti i mercati finanziari, ad eccezione del mercato "interbancario", sia regolamentati che non regolamentati, hanno funzionato bene in modo efficace ed efficiente nel prezzare sia i titoli atipici, sia le azioni delle banche in odore di fallimento. In particolare i mercati azionari sono stati molto preziosi per il sistema bancario che li ha efficacemente utilizzati per fare liquidita' ed onorare gli impegni.(2) Cio' ovviamente ha causato una caduta dei prezzi dei corsi azionari per la pressione dell'offerta sulla domanda, ma questo fa' parte del gioco(3). I mercati non regolamentati sono stati altrettanto efficienti nel prezzare i titoli atipici collegati alle cartolarizzazioni dei mutui sub-prime (c.d. titoli tossici), quando gli attori hanno capito che incorporavano buona parte di carta straccia nonostante i giudizi di ampia solvibilita' - rivelatisi poi del tutto inadeguati - attribuiti dalle agenzie di ratings.(4)

L'efficienza del mercato nel prezzare i titoli tossici ha comportato nell'immediatezza, in una relazione di causa-effetto, sia l'aggravarsi della crisi del mercato immobiliare per la scomparsa dei mutui sub-prime e la correlata domanda di immobili, sia la crisi delle compagnie di assicurazione monoline.(5)

L'unico mercato fallito e' stato - guarda caso - quello "interbancario", un mercato partecipato solo dalle banche in cui coloro che hanno liquidita' in eccesso rispetto alla domanda programmata di moneta la prestano a coloro che sono a corto. Tuttavia le motivazioni di questo fallimento - guarda caso - non sono state addebitare alla deregolamentazione quanto piuttosto all'asimmetria informativa che si e' venuta a creare tra prestatori e prenditori di moneta. In sostanza le banche non si fidavano piu' le une delle altre e non si prestavano i soldi a vicenda in quanto esistendo un sistema bancario ombra (fuori bilancio) nessuno sapeva distinguere la banche solventi da quelle insolventi.

In questo contesto le famiglie, nella maggior parte dei casi, hanno continuato a fidarsi del sistema bancario mentre questo non si fidava piu' di se stesso. In qualche caso c'e' stata la corsa agli sportelli. Emblematica quella del 13 settembre 2007 agli sportelli della banca britannica Northern Rock Bank(6). La banca fu salvata solo con un intervento straordinario della Banca D'Inghilterra e poi nazionalizzata.

Alla luce di tutte queste considerazioni amareggiano le conclusioni per l'Italia a cui e' giunta la 6^ Commissione permanente del Senato che addita il fallimento alla deregolamentazione dei mercati.

La Commissione (i) si interroga "sulla validita' dei principi sui quali si regge il rapporto tra le regole e funzionamento dei mercati", senza interrogarsi pero' sulla validita' dei principi che reggono il rapporto tra le regole ed il funzionamento delle banche e degli altri intermediari finanziari; (ii) non contesta la "natura strategica del settore" del credito rispetto all'economia reale avendo pur formulato su di esso "un giudizio preoccupato sulle responsabilita' sistemiche"; (iii) auspica inspiegabilmente, da un lato, che venga assegnata alla Banca centrale europea la competenza della politica "in tema di mercati finanziari" dopo quella esclusiva monetaria, mentre dall'altro lamenta:

  1. la "debole azione della vigilanza ed il mancato operare di meccanismi di controllo";
  2. fenomeni di azzardo morale, "comportamenti scorretti e violazione dei principi etici fondamentali" non certo dei mercati o dei risparmiatori;
  3. un doveroso "richiamo convinto e esplicito all'intero sistema bancario ... a porre al centro la tutela del risparmio" ed alle "autorita' di vigilanza e controllo sulla necessita' di compiere ogni ulteriore sforzo al fine di garantire pienamente l'affidamento che imprese e risparmiatori ripongono nel sistema bancario" pena la continua perdita di fiducia e credibilita';
  4. la presenza di un "sistema bancario ombra" contrastata dalla netta affermazione del Governatore della Banca D'Italia dell'inesistenza di un tale sistema "fondato sulla circolazione fuori bilancio di prodotti tossici";
  5. la preoccupazione per (a) "la mancata trasparenza dei bilanci delle banche"; (b) "la violazione di regole prudenziali da parte delle banche nell'utilizzazione di strumenti finanziari derivati"; (c) "la posizione decisamente attendista delle autorita' di vigilanza su tali comportamenti"; (d) "la diffusione incontrastata di prodotti finanziari non iscritti a bilancio"; (e) la "perdita di credibilita' ed affidamento del sistema bancario" in relazione "a meccanismi di finanziamento e copertura dei rischi, posti a carico dei risparmiatori";
  6. un esplicito richiamo alla responsabilita' degli amministratori e dei dirigenti delle banche "al rispetto dei principi etici e deontologici all'altezza del ruolo".

Come dire, risparmiatore se ti butti nel fuoco ti fai meno male!

Tutto questo quindi la dice lunga sul potere acquisito dal gruppo di interesse del sistema bancario. Questa lobby e' chiaramente in grado di soggiogare gli uomini politici ai piu' alti livelli. Il Governo infatti, anziche' mettere in discussione tutta una serie di prerogative del sistema bancario - che vanno dalla autonomia ed indipendenza della banca centrale attinente alla vigilanza degli intermediari, alla negata liberalizzazione del mercato del credito con l'attribuzione della riserva della raccolta del risparmio tra il pubblico - cosa fa', tappa i buchi, si cala le braghe e pianifica di investire di nuovi poteri e prerogative quelle istituzioni dimostratesi per competenza tecnica, prestigio, elevatura morale dei suoi uomini, ben poco affidabili per il compito che era stato loro fiduciosamente conferito di ridurre l'asimmetria informativa tra famiglie ed imprese.

Pare veramente assurdo e sconcertante che di fronte ad una crisi causata da un sistema bancario affetto da un'eccessiva e rischiosa concentrazione e da gigantismo incontrollato ed incontrollabile, si invochino ulteriori autorita' indipendenti di controllo sovranazionali(7) con potenzialita' altamente anti-democratiche e neo-corporativiste(8), anziche' molto piu' democraticamente e legittimamente reintrodurre obblighi di specializzazione del sistema bancario tali da ridurre la dimensione degli intermediari(**) ed introducendo fattori di liberalizzazione del mercato del credito quali l'abrogazione del divieto della raccolta del risparmio tra il pubblico per eliminare l'oligopolio delle banche nel settore, "polverizzare" l'offerta e ridurre il rischio sistemico attraverso il frazionamento e la distribuzione del rischio di credito all'interno di un numero maggiore di competitori che siano banche vere, e quindi senza la possibilita' che il rischio di credito possa essere ri-scaricato sui risparmiatori. (8bis)

Una reale autonomia decisionale del mondo politico avrebbe dovuto portare a conclusioni diametralmente opposte a quelle della Commissione sopra rappresentate, che mirano a premiare anziche' punire chi ha sbagliato. Meritavano forse maggior peso certe considerazioni svolte dalla Consob(9): "La crisi dei prestiti interbancari, che assicurano i flussi di liquidita' necessari a garantire l'operativita' delle banche e il rifinanziamento delle posizioni in scadenza, e' la causa patologica originaria che i Governi mondiali devono affrontare per risolvere la crisi e non solo per curare i suoi sintomi e i suoi effetti degenerativi". La Consob cosi' si e' espressa a parole, ma nei fatti anch'essa ha attacato l'asino dove voleva il padrone ed ha vietato - senza successo - le vendite allo scoperto(10) motivando la scelta "volta a limitare la speculazione" non certo ai danni dei risparmiatori, quando era noto che le banche dovevano vendere azioni per procurarsi liquidita'.

A sostegno del fatto che i mercati hanno funzionato bene anche nel tempo di crisi e che non sono la sua causa, si riporta quanto confermato dalla Consob, ossia che "non ha registrato condizioni anomale dei mercati ne' tanto meno situazioni di violazione di norme e regole di condotta".

Certo questo veniva confermato ai primi di ottobre 2008, ed oggi?

Oggi i mercati rischiano di essere manipolati dal sistema bancario grazie alle quasi infinite risorse monetarie messe a disposizione dalle banche centrali con operazioni definite "non convenzionali" (c.d. quantitative easing)***. Gia' negli anni trenta, durante la crisi del 1929, la reputazione di blasonate banche d'affari e' stata fortemente compromessa da comportamenti che paiono implicare la manipolazione dei mercati.(10) D'altro canto e' noto che i mercati borsistici statunitensi dopo le violente perdite accusate in un primo periodo recuperano terreno sino quasi a pareggiare le iniziali perdite, per poi discendere rapidamente ed inesorabilmente ben al di sotto dei minini precedenti. Nessuno assicura che l'iniziale recupero di allora prima del crollo definitivo non fosse il frutto di una manipolazione.

La manipolazione dei mercati finanziari ad opera del sistema bancario e' un rischio reale. Alcuni ricercatori ritengono tale rischio di manipolazione delle quotazioni effettivo nel momento in cui gli intermediari bancari intervengono sul mercato come market maker in quei programmi sponsorizzati dalle societa' di gestione del mercato per aumentare la liquidita' del mercato medesimo.

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(*) cfr. Banking on The State, Piergiorgio Alessandri & Andrew G. Haldane, Bank of England, Nov.2009, [http://www.bankofengland.co.uk/publications/speeches/2009/speech409.pdf]

(**) E pur si muove! 21 gennaio 2010, il Presidente degli Stati Uniti D'America, Barack Obama annuncia provvedimenti normativi diretti al settore bancario atti a (i) introdurre limitazioni all'esercizio dell'attivita' bancaria (limit the scope) quali il divieto all'esercizio di attivita' trading proprietario, di investimento in hedge funds e fondi di private equity; (ii) introdurre limitazioni alle quote di mercato (limit the size) detenute da singole istituzioni bancarie e finanziarie. Gli annunciati provvedimenti sono stati motivati dall'intento (i) di frenare un'eccessiva assunzione di rischi da parte delle banche e (ii) di proteggere i contribuenti dai costi di salvataggio a carico del bilancio pubblico di imprese finanziarie "troppo grandi per fallire" (too big, to fail). [http://www.whitehouse.gov/the-press-office/president-obama-calls-new-restrictions-size-and-scope-financial-institutions-rein-e]; Grafica interattiva della legge di riforma settore bancario e finanziario, approvata dal Senato USA, luglio 2010 (The Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act) [cfr. grafico riforma http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704682604575369030061839958.html?#articleTabs%3Dinteractive]; [cfr. testo riforma http://www.sec.gov/about/laws/wallstreetreform-cpa.pdf]. Qualche giorno prima, Il 16 gennaio, Obama aveva annunciato una tassa per le maggiori banche tale da recuperare i fondi dei contribuenti spesi per il salvataggio del settore bancario dall'insolvenza. "We want the taxpayers’ money back, and we’re going to collect every dime." [http://www.whitehouse.gov/the-press-office/weekly-address-president-obama-vows-collect-every-dime-taxpayer-funds-helped-big-ba].
I due intenti - lobbies permettendo - sembrano apprezzabili, ma non c'e' alcuna rivoluzione copernicana del settore del credito, che potra' ancora contare su leva finanziaria e su bilanci, o artefatti con valutazioni molto soggettive e poco trasparenti, o peggio materialmente truccati come nel caso Lehman Brothers [Cfr. http://www.nytimes.com/2010/03/12/business/12lehman.html?hp; e' proprio il caso di dirlo: "lo scandalo Enron, da questo punto di vista, non e' servito a nulla!]. Le banche continuano ad operare in oligopolio realizzando gli extra-profitti procurati da antichi e tutt'ora vigenti privilegi, quali (i) la riserva di attivita' della raccolta del risparmio tra il pubblico ed (ii) il credito di ultima istanza, a carico del contribuente. Latitano principi contabili stringenti per dare certezza a solidita' e veridicita' dei bilanci delle banche, mancano norme di legge idonee a liberalizzare e modernizzare il mercato del credito, tali da consentire - almeno in parte - la disintermediazione del risparmio del sistema bancario. Queste regole di buon senso potrebbero pero' divenire ineludibili in un futuro prossimo, quando - per frenare l'inflazione galoppante e nel contempo sostenere gli investimenti delle imprese - l'unica ricetta disponibile sara' quella di rendere meno efficiente la creazione e la circolazione della moneta bancaria, e nel contempo fornire alle imprese l'accesso diretto alle risorse finanziarie in eccesso delle famiglie, ormai poco inclini ad accordare la loro fiducia ad un sistema finanziario bancocentrico in decozione. Con le regole attuali, solo decisori e burocrati miopi possono pensare di rinnovare fiducia al sistema bancario e perpetrare l'azzardo morale con risorse finanziarie del contribuente.

(***) cfr. Ben S. Bernanke, U.S. House of Representatives, Washington, D.C., 10 Feb. 2010, [http://www.federalreserve.gov/newsevents/testimony/bernanke20100210a.pdf]. Da segnalare l'affermazione (semplicistica e forse avventata) secondo cui le operazioni di innondazione di liquidita', c.d. di quantitative easing "...non hanno imposto costi ai contribuenti, anzi dette operazioni alla fine dei conti verosimilmente genereranno dei sostanziali ritorni per i contribuenti...". Sara' interessante verificare - alla fine della fiera - l'ammontare di questi "...significant positive returns..." e quali "...taxpayers..." ne avranno beneficiato. Sara' anche interessante verificare quanti di questi significativi vantaggi ci saranno ancora quando i contribuenti indosseranno le vesti di lavoratori/imprenditori o di risparmiatori/investitori o di consumatori e quindi quali saranno stati in concreto i risultati della politica economica e redistributiva della ricchezza portata avanti dalla Fed, con il dichiarato e principale scopo di stabilizzare il sistema finanziario.

(1) in gergo giornalistico e' stata coniata l'espressione "titoli tossici" per indicare tutta una serie di strumenti finanziari atipici (titoli atipici) divenuti illiquidi e che sono riferiti alle cartolarizzazioni dei mutui sub-prime scambiati su mercati non regolamentati (otc, over-the-counter): Residential Mortgage-Backet Securities (RMBSs); Asset-Backet Commercial Paper (ABCP); Collaterized Debt Obligations (CDOs); Credit Default Swaps (CDSs). In particolare, i CDSs sono essenzialmente un'assicurazione sul debito e sono costati ad AIG - American Internation Group la sostanziale nazionalizzazione da parte del Governo statunitense.


(2) Senato della Repubblica, Indagini conoscitive, XVI Leg. n. 29, marzo 2009 [http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/209203.pdf]

(3) una grande occasione per i piccoli risparmiatori, ma che certo non ha fatto piacere alle banche, tant'e' che oggi sono impudentemente a richiedere sotto l'egida della banca centrale, oltre alla competenza in campo monetario, anche la competenza in tema di mercati finanziari. Per la matematica, i mercati finanziari sono giochi a somma zero nel senso che se qualcuno guadagna +10, esiste necessariamente una controparte che perde -10, la somma e' sempre pari a 0. Le stanze di compensazione, o Clearing House, servono proprio a garantire che il gioco sia sempre a somma zero.

(4) le agenzie di rating (tre operatori sostanzialmente si spartiscono il mercato: Moody's, Standard & Poor's e Fitch Rating) sono enti privati che sulla base di metodi e modelli di valutazione matematici non resi noti, offrono valutazioni e stime sulla probabilita' di insolvenza degli emittenti strumenti finanziari. Ovviamente le valutazioni delle agenzie di rating non sono oggettive ma appunto stimate, e da qui l'annosa questione del conflitto di interesse tra l'agenzia ed il richiedente (e pagante) il giudizio di solvibilita'. Tale giudizio di regola dovrebbe essere inversamente proporzionale al rischio di insolvenza, secondo una tabella prestabilita. Alcuni notano l'anomalia della rilevanza pubblica che la regolamentazione di legge attribuisce al giudizio privato di solvibilita'. Tale rilevanza pubblica del giudizio si riscontra ad esempio nella regolamentazione degli standard gestione dei fondi pensione (c.d. ERISA negli USA Cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Employee_Retirement_Income_Security_Act, http://www.securitization.net/pdf/washing.pdf), obbligati ad investire in strumenti finanziari con voto non inferiore al c.d. investment grade, sicche' un'obbligazione che non ha ottenuto un buon giudizio di solvibilita' non puo' entrare nel portafoglio di un fondo pensione. Viceversa un'obbligazione che perde tale giudizio dovra' uscire dal portafoglio. E' ovvio che l'emittente ha tutto l'interesse che il giudizio di solvibilita' che lo riguarda sia il piu' alto possibile visto che per regolamento di legge il migliore giudizio amplia la platea dei potenziali acquirenti (oltre che ovviamente diminuire il costo finanziario del debito data la stima di un minore rischio di insolvenza). Sino all'attuale crisi il business delle agenzie di rating si e' retto sulla fiducia dei risparmiatori circa l'adeguatezza dei giudizi, in futuro probabilmente la sola fiducia potrebbe non bastare e le agenzie di rating saranno costrette a dare pubblica fede circa l'adeguatezza dei loro giudizi, con assunzione di responsabilita' verso gli investitori. Per quanto concerne l'errata valutazione dei rischi da parte dei mercati, questa non sarebbe frutto di asimmetrie informative bensi' secondo una speciale teoria di Bini Smaghi (Bce) [cfr. Reuters, 15/9/2010 http://it.finance.yahoo.com/notizie/ue-bini-smaghi-nuove-norme-bilancio-non-sufficienti-reuters_ids-32e994bc00ab.html], sono i mercati che semplicemente sbagliano a valutare i rischi. Secondo lui, non e' a causa dei trucchi della Grecia (che ha manipolato i propri conti con l'aiuto della Goldman per entrare nell'euro) se prima il rischio Grecia era sottovalutato, non e' colpa delle cartolarizzazioni truffaldine fatte delle banche (con le agenzie di ratings attribuivano triple A alla spazzatura) se i mercati hanno sottovalutato i rischi dei titoli legati ai mutui sub-prime, non sono le asimmetrie informative, o peggio la falsa e cattiva informazione finanziaria, che fanno sopravalutare o sottovalutare il rischio, sono i mercati che sbagliano! E magari c'e' ancora qualcuno che dubita del fatto che le banche centrali abbiano perso credibilita' o rigore.

(5) Sono compagnie di assicurazione (prevalentemente statunitensi, cfr. Ambac Financial Group - AFG, secondo bond insurer al mondo, il primo era ACA Capital Holdings) specializzate nel prestare garanzie su rimborsi di capitale e cedole di emissioni di tipo obbligazionario. Esse assicurano cioe' il detentore del titolo obbligazionario dall'insolvenza dell'emittente con specifici contratti assicurativi (Financial Guarantee Insurance - FGI).

(6) Nel Regno Unito il precedente caso di "corsa agli sportelli" (bank run) risale al 1866.

(7) Cfr. rapporto De Larosiére [http://ec.europa.eu/internal_market/finances/docs/de_larosiere_report_en.pdf]. Per gli USA, cfr. le proposte di cui al libro bianco (white paper) predisposte dalla Casa Bianca (White House) [http://media.washingtonpost.com/wp-srv/politics/pdf/nearfinaldraft_061709.pdf].

(8) In Italia, un esempio storico di corporativismo giuridico e' quello che riguarda la Carta del Lavoro approvata dal Gran Consiglio Fascista il 21 aprile 1927, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 1927. Essa riporta le firme del capo del governo, dei ministri, dei sottosegretari, dei dirigenti del partito, dei presidenti delle confederazioni professionali dei datori di lavoro e dei lavoratori. All'epoca il Gran Consiglio Fascista non era ancora un organo di stato detentore del potere di approvare provvedimenti avente forza di legge alla stregua del Parlamento, ma semplicemente un organo di partito. Negli Stati Uniti il riferimento e' ad una legge del New Deal, il National Industrial Recovery Act (NIRA) che istitui' una National Recovery Administration (NRA) con il compito di sovraintendere alla stesura di "norme sulla concorrenza leale". Era essenzialmente un sistema di pianificazione economica privata ("autogoverno industriale"). Nel 1935, l'NRA fu dichiarata incostituzionale dalla Corte suprema. In questo senso il diritto corporativo nasce al di fuori di organi costituzionali deputati all'approvazione di leggi e regolamenti (funzioni legislative e regolamentari). Il diritto neo-corporativo trova le sue fonti nell'approvazione di atti normativi da parte organi autoreferenziali i cui componenti non sono democraticamente eletti. Ad esempio, secondo questa impostazione in Italia possono certamente identificarsi come organismi neo-corporativi, nel momento in cui emanano atti regolamentari senza adeguati passaggi parlamentari: la Banca D'Italia, la Consob, l'Isvap, l'Antitrust, il Cnipa e tutte le altre c.d. autorita' indipendenti, le Agenzie fiscali. Alcuni esponenti politici odierni, come Franco Frattini hanno auspicato - come per il passato - la costituzionalizzazione delle autorita' indipendenti per superare il dubbio circa il legittimo esercizio di potesta' regolamentari. Difatti, se il passaggio parlamentare risolve i dubbi da un punto di vista oggettivo della delega della potesta' legislativa (principio di legalita'), piu' dubbia pare l'investitura dell'organo extra-costituzionale che da un punto di vista soggettivo e' chiamato a fungere funzioni regolamentari (principio di legittimita'), in quanto a rigor di logica solo il Parlamento, o altro organo costituzionale individuato, e' legittimato a svolgere funzioni legislative e regolamentari (delegatus delegari non potest). [http://en.wikipedia.org/wiki/Delegata_potestas_non_potest_delegari]. Per maggiori approfondimenti sulle autorita' amministrative indipendenti, cfr. Camera dei Deputati, Commissione Affari Costituzionali, Indagine conoscitiva sulle autorita' amministrative indipendenti [http://www.camera.it/459?shadow_organo_parlamentare=1494&eleindag=/_dati/leg16/lavori/stencomm/01/indag/indipendenti]. Il problema principale che affligge queste autorita' consiste nel fatto che nel medesimo ente si sommano poteri di carattere esecutivo, regolamentare e giurisdizionale su interi settori economici ed importantissime materie, senza adeguate forme di controllo proprio in virtu' della rivendicata indipendenza. L'estrema gravita' della situazione puo' essere riassunta nelle parole di Saccomanni, Banca D'Italia: "l'attivita' di regolazione, di vigilanza e di garanzia in importanti settori dell'economia e' stata affidata a organismi pubblici imparziali (ndr. le autorita' amministrative indipendenti), caratterizzati da un alto grado di competenza tecnica e non soggetti all'indirizzo politico governativo" [http://www.bancaditalia.it/interventi/intaltri_mdir/Saccomanni_27_10_2010.pdf]. Va da se' chiedersi, se questi enti (extra-costituzionali) che regolano, vigilano e "garantiscono" importanti settori dell'economia non sono soggetti all'indirizzo politico governativo, a chi sono soggetti? E qui casca l'asino! Azzardando risposte, forse l'indirizzo politico della Banca D'Italia e' dettato dai proprietari delle quote di partecipazione? O forse dal lancio dei dadi? Forse l'indirizzo politico della Consob e' dettato dalle societa' quotate? O forse dalla contemplazione delle nuvole? Forse l'indirizzo politico dell'anti-trust e' dettato dalle multinazionali? O forse dalla casalinga di Abbiategrasso? Come si puo' ben capire, per l'Italia, e' costituzionalmente inaccettabile che enti privi di controllo democratico abbiano poteri di indirizzo politico per interi ed importanti settori, dell'economia e della societa', che non siano diretta espressione di attivita' Governative o Parlamentari. Poi sull'alto grado di competenza tecnica, meglio stendere un velo pietoso.
Per gli U.s.a., sull'argomento si segnala l'approvazione dell'emendamento promosso da Ron Paul [http://www.ronpaul.com/on-the-issues/audit-the-federal-reserve-hr-1207/], che rimuove le restrizioni al Government Accountability Office (GAO) di controllare le decisioni della banca centrale statunitense (FED), accusata di mettere in atto senza rappresentanza, non solo decisioni di politica monetaria, ma anche decisioni di politica fiscale ed economica in violazione del principio "no taxation without representation". (Cfr. Luigi Zingales, Il Sole24Ore, 1 dicembre 2009).
Per l'Italia, si segnalano diversi tentativi di riforma, in senso a-democratico, della Costituzione contenti la previsione di abrogare o modificare l'attuale art. 58. (Cfr. la c.d. "bozza Violante" progetto di legge della camera C. 553-A XV Legislatura). [http://legxv.camera.it/_dati/leg15/lavori/schedela/trovaschedacamera_wai.asp?PDL=0553]. Nel testo si prevede in particolare che i senatori, nonostante mantengano funzioni legislative, non siano piu' eletti a suffragio universale e diretto degli elettori. [http://it.wikipedia.org/wiki/Suffragio] In pratica si verrebbe ad introdurre anche in Italia quel deficit democratico che viene riscontrato nell'Unione Europea in capo alla Commissione ed al Consiglio dell'Unione europea. Il Consiglio dell'Unione europea infatti, pur essendo organo legislativo insieme alla Commissione non e' eletto a suffragio universale. Il Parlamento europeo, pur essendo eletto a suffragio universale e diretto dei cittadini, ha poteri molto limitati e di semplice controllo nel processo di formazione della legislazione comunitaria, in particolare regolamenti e direttive [http://www.dirittoeconomia.it/i_regolamenti_comunitari.htm]. In ordine alle motivazioni del deficit di sovranita' imputato comunque all'Unione europea cfr. la sentenza del 30 giugno 2009, Corte Costituzionale Federale Tedesca in Karlsruhe, per l'adozione da parte della Germania del Trattato di Lisbona, in base alla quale il Parlamento europeo non rappresentando un popolo ma una unione di popoli sulla base di trattati internazionali ha una legittimita' derivata da quella degli stati nazionali e pertanto incapace di incidere direttamente sulla sovranita' dei singoli stati per le decisioni in materie quali giustizia penale, monopolio della forza militare e civile, in materia fiscale (imposte e spesa pubblica), politica sociale, istruzione e sistema scolastico, informazione e comunita' religiose. Se a tutto cio' si aggiunge quanto e' stato detto e scritto in ordine al deficit di trasparenza con cui si e' giunti a definire la presidenza al Consiglio europeo in seguito al Trattato di Lisbona, la preoccupazione e' d'obbligo. Cfr. Timesonline del 17/11/2009 [http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6919380.ece]. Intervento del 11/11/2009 al Parlamento europeo di Mario Borghezio [http://www.youtube.com/watch?v=0gZ7gDBs5WY]. Il diritto neo-corporativo in campo economico e' gia' operante in Italia da molti anni, come fonte esterna. L'illegalita' di norme esterne, come i regolamenti comunitari, dovrebbe discendere dal fatto che gli organi di produzione (consiglio e commissione) sono organi governativi e non organi parlamentari eletti a suffragio universale. Questo stato di cose si pone in palese conflitto con il nostro sistema costituzionale di democrazia parlamentare. Per rendersi conto di cio' basti pensare a quanto correttamente scritto da un insigne giurista come Valerio Onida, dato che i regolamenti comunitari non costituisco oggetto del giudizio di costituzionalita': alcune regole... sono stabilite da norme dell'Unione Europea e dunque, qualunque cosa dicesse la Costituzione italiana, resterebbero pienamente applicabili e vincolanti fino a quando non fosse il legislatore europeo a modificarle. [Cfr. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-08/meno-lacci-centra-carta-080400.shtml?]. Sul punto si puo' capire la frustrazione di Berlusconi quando tuona contro la Corte Costizionale, difatti le "leggi di Berlusconi", forte dei voti di milioni di italiani, possono essere abrogate dalla Corte, mentre le "leggi di Barroso", senza nemmeno un voto degli italiani, possono essere abrogate solo da Barroso! E cio' - ma non solo per Berlusconi - e' sinceramente un paradosso! E' evidente quindi che se la Costituzione italiana abbisogna di revisione, questa in primo luogo dovra' coinvolgere la riformulazione dell'art. 11, tale da impedire che surrettiziamente possano operare nel sistema democratico parlamentare, norme di stampo neo-corporativo ed anti-democratico, come lo sono tra la altre, quelle portate nel'ordinamento dai regolamenti comunitari. Peraltro una migliore formulazione di questo articolo impedirebbe all'Italia di partecipare a guerre per la risoluzione di controversie internazionali, aventi ad oggetto interessi commerciali, come la guerra in Afghanistan. [Cfr. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/05/31/visualizza_new.html_1817894958.html]. Difatti e' noto che le reali ragioni per cui l'Italia partecipa a tale conflitto (c'est l'argent qui fait la guerre) sono da ricercare nell'interesse a che gli oleodotti che porteranno il greggio dal Mar Caspio in Cina non saranno oggetto di continui e ripetuti atti di sabotaggio, come avviene in Nigeria, ed noto peraltro (pro-quota) il rilevante interesse dell'Eni nelle operazioni di estrazione nel Mar Caspio.

(8bis) La soluzione e' di per se' semplice, trasparente e ragionevole. E' stata fatta propria da personaggi di consolidata esperienza sul campo come Paul Volcker (cfr. c.d. The Volcker Rule), ma non piace al sistema neo-corporativo delle grandi banche universali, con al vertice le banche centrali. In Europa, ad esempio non c'e' nessuna intenzione di applicare la Volcker Rule [cfr. La Repubblica, 15 feb. 2010, http://www.repubblica.it/economia/2010/02/15/news/banche_no_della_ue_a_obama_non_in_linea_con_i_principi_del_mercato-2309581/]. Negli Stati Uniti, invece il dibattito e' accesso. L'alternativa alla Volcher Rule sarebbe la c.d. "vigilanza macro-prudenziale" da attribuire a nuove autorita' indipendenti create ad hoc, oppure alla banca centrale [cfr. Il Sole 24Ore, 19 feb. 2010, http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/19-febbraio-2010/controlli-binario-doppio.shtml?]. L'espressione deriva dall'aver scisso il concetto unitario di vigilanza sulla sana e prudente gestione delle banche in due sottoprodotti o surrogati concettuali: la vigilanza micro-prudenziale e la vigilanza macro-prudenziale. Ovviamente la distinzione non ha nessun significato di pregio. E' un'abile operazione di megamarketing [cfr.http://en.wikipedia.org/wiki/Megamarketing] per (a) consentire alla gia' potente neo-corporazione bancaria di acquisire poteri specifici in ordine alla regolamentazione dei mercati borsistici e dei loro attori, oggi troppo liberalizzati e liberi per i suoi interessi in momenti di crisi e per (b) far digerire l'ennesima fregatura all'uomo della strada, scaricando le responsabilita' delle proprie malefatte su qualchun'altro. Per memoria, si possono riassumere e sintetizzare nelle seguenti espressioni: autorita' indipendente, banca universale, stock option, cartolarizzazione o securitization, valore equo o fair value, merito creditizio o rating, i precedenti successi del megamarketing nell'economia della frode innocente [cfr. J.K. Galbraith, L'economia della truffa, 2004, http://books.google.it/books?id=FraCX-GLxFQC&printsec=frontcover&dq=galbraith&cd=8#v=onepage&q=&f=false]. Per il resto del dibattito, c'e' solo da aggiungere che se gia' oggi i governi non avessero l'autorita', oltre che la volonta', di liquidare le grandi istituzioni bancarie ed assicurative in stato di insolvenza, la cosa sarebbe gravemente preoccupante! Infine, pare ovvio che lo scopo della vigilanza macro-prudenziale non e' quello di evitare che il salvataggio dal fallimento di grandi istituzioni bancarie "interconnesse" pesi sul bilancio dello stato, dato che per evitare questo sarebbe sufficiente liberalizzare il mercato del credito abolendo la riserva di attivita' in favore delle banche della raccolta del risparmio presso il pubblico e smaltellare le banche centrali, visto che la crisi ha definitivamente sancito che esse non sono piu' in grado di svolgere le loro funzioni essenziali, che sono: (i) controllare la circolazione monetaria; (ii) fornire la liquidita' agli istituti insolventi (credito di ultima istanza); (iii) modificare il saggio di sconto allo scopo di frenare booms ed impedire depressioni (c.d. bolle speculative); (iv) aiutare e stimolare un ordinato sviluppo economico mediante l'espansione del credito (cfr. Clough - De Rosa). Il vero scopo che si prefigge la vigilanza macro-prudenziale e' invece quello di non perdere il pressoche' totale controllo, ad opera della neo-corporazione bancaria, dei flussi monetari che si realizzano all'interno del "modello del flusso circolare del reddito" [cfr. ivi Cap.2 - La crisi ed il modello del capitalismo]. Una breve divagazione con un "micro" esempio concreto puo' dare l'idea: in Italia esiste il c.d. risparmio postale, un consistente flusso monetario (raccolta netta 2008: € 14,5 mld.; stock 2008: € 175,1 mld.) che e' intermediato dalla Cassa Depositi e Prestiti, con l'ausilio degli uffici postali, per finanziare lo stato e gli enti territoriali (comuni, provincie e regioni). Il risparmio postale fino al 2003 sfuggiva al controllo del sistema bancario perche' raccolto dalle poste e gestito dalla Cassa DD.PP. in forma di ente pubblico governativo [cfr. http://www.cassaddpp.it/cdp/Areagenerale/Chisiamo/Lanostrastoria/index.htm]. Nel dicembre 2003, la Cassa DD.PP. e' stata trasformata in societa' per azioni (CDP SpA) ed il suo capitale sociale e' oggi detenuto per il 70% dal Ministero delle Finanze e per il 30% dalle fondazioni bancarie, ossia dal sistema bancario. Da allora, i principali esponenti della CDP S.p.A. ovviamente sono uomini fedelissimi del sistema bancario e sotto l'apellativo di "buoni postali fruttiferi" si celano in realta' strumenti finanziari derivati sempre piu' complessi. Oggi, il flusso monetario che fa' capo al risparmio postale e' quindi indubbiamente soggetto al controllo del sistema bancario, nonostante la partecipazione minoritaria nella s.p.a. (Cfr. Corte dei Conti, Del. 3/2010 del 26/2/2010, Rel. 3.6, pag.38). Quindi, la CDP SpA continua a raccogliere risorse monetarie con esplicita garanzia statale, emettendo complessi strumenti finanziari derivati sotto l'appellativo di "risparmio postale" ed a questa cassa oggi attingono anche le banche (€ 8 mld.) per finanziare le imprese [cfr. http://www.cassaddpp.it/cdp/OperatoriFinanziari/SostegnoallePmi/index.htm], poi si vedra'! Quando si dice l'italico ingenio della truffa innocente! [cfr. Relazione Corte dei Conti 2007-2008].
Ritornando al timore di perdita di potere economico e politico del sistema bancario, questo si materializza nell'espressione hedge fund, ed e' stato ben illustrato dalla BCE [cfr. Bini Smaghi, 21 gen. 2010, Milano, punto 3, http://www.ecb.int/press/key/date/2010/html/sp100129.it.html]. Pultroppo nell'autorevole intervento, per giustificare l'insostenibile pro domo sua, si fa' esclusivo riferimento alle "interconnessioni" tra operatori finanziari senza distinguere un fatto essenziale e non di poco conto, e cioe' su chi pesano le perdite finanziarie in caso di crisi. Nessun decisore, dopo il caso LTCM in cui la Banca d'Italia perse USD 100 milioni [cfr. http://riskinstitute.ch/146520.htm], si sognerebbe mai di addebitare al bilancio pubblico le perdite di un fondo di investimento privato (hedge fund). Diversamente, il fallimento di una banca universale che procura perdite di risorse finanziarie non solo proprie, ma in larga parte dei depositanti (c.d. risparmiatori inconsapevoli) costringe i governi ad intervenire attingendo al debito pubblico, pena la rivoluzione! Ma d'altro canto, sarebbe anche ingenuo pretendere che gli esponenti di enti preposti a garantire la sana e prudente gestione degli istituti bancari attribuiscano a loro stessi la responsabilita' del colossale fallimento del sistema bancario ancora oggi operante contro ogni regola del buon costume; molto meglio dare la colpa a soggetti non vigilati ed un po' sconoscuti alla massa, come gli hedge fund, altrimenti bisognerebbe ammettere anche la propria inutilita' o quanto meno la propria inadeguatezza nell'adempiere alle funzioni assegnate, e questa amara verita' comporterebbe anche conseguenze politiche negative, dato che la responsabilita' ultima di un sistema bancario mal congeniato e fondato sulla truffa, pesa in ultima istanza sul capo dei governi [cfr. http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2010/03/francia-regionali-sinistra.shtml?]. Lo stesso governatore della Banca d'Italia (cfr. Il Sole 24Ore del 16 settembre 2010) dopo aver sostanzialmente ammesso (punto primo) il fallimento delle banche centrali nel valutare e controllare il rischio e (punto secondo) la loro incapacita' a controllare quelle banche universali (transnazionali) che peraltro lui stesso ha contribuito a creare in Italia, con incentivi di ogni genere, si sente in dovere di chiedere (senza vergogna) sia di "rafforzare il mandato, l'indipendenza, le risorse e i metodi degli organismi di supervisione", sia "di includere nel perimetro normativo anche le fonti di rischio di sistema esistenti al di fuori di esse". In sostanza, secondo Draghi, le banche centrali e le altre autorita' indipendenti in campo economico-finaziario - nonostante il conclamato fallimento della loro missione - non solo non debbono vedere messo in discussione il loro ruolo di autorita' autoreferenziali, ma dovrebbero avere piu' potere, piu' soldi, piu' indipendenza e per di piu' dovrebbero avere una maggiore platea di soggetti sottomessa al loro controllo. L'escamotage di megamarketing questa volta si chiama "sistema bancario ombra". Come se questo sistema non fosse organizzato e organico alle attuali banche universali, ma qualcosa di esterno ed indecifrabile che deve essere messo sotto controllo. Sia chiaro che l'espressione sistema bancario ombra denota quella parte di passivita' (piu' che di attivita') delle stesse banche universali che non compare nei loro bilanci d'esercizio e che resta nascosta dietro un velo con la compiacenza delle banche centrali e delle altre autorita' indipendenti, com'e' d'uso in una grande famiglia neo-corporativa (dove le regole se le cantano e se le suonano a piacimento), e dove ci si guarda bene di discutere di liberalizzazione del mercato del credito per aumentare la concorrenza e diminuire il diametro dei buchi lasciati dai fallimenti delle banche universali. Anzi, meglio fare l'opposto con un po' di lobbing sui governi per indurli ad approvare norme che puntino ad introdurre ulteriori barriere all'entrata in grado di ridurre fortemente il numero dei soggetti presenti sul mercato. Per gente come Draghi e' urgente rafforzare l'oligopolio della corporazione di banchieri cosicche' questa possa continuare (data la crisi) a lucrare piu' del dovuto anche in altri ambiti non core da portare in house - attigui alle attivita' della banca (raccolta del risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito) - come le attivita' di concessione di finanziamenti, la prestazione di servizi di pagamento, la consulenza finanziaria, la mediazione creditizia, ecc. (cfr. D.Lgs. 141/2010) fino a ieri troppe libere per garantire, secondo costoro, la tutela del consumatore. "Piu' banca con vasellina per tutti!" e' il loro motto.


(9) Senato della Repubblica, Indagini conoscitive, XVI Leg., 31a seduta, 8 ottobre 2008, audizione Consob.

(10) In matematica finanziaria, e' dimostrato che la vendita allo scoperto assicura guadagni certi nei rari casi in cui - a causa di shock di mercato - i tassi a breve scadenza sono piu' alti di quelli con scadenze piu' lunghe. Una curva dei tassi di questo genere e' definita "curva dei tassi inversa" o "curva dei tassi negativa". [cfr. http://www.investopedia.com/terms/i/invertedyieldcurve.asp]. In passato si e' avuta una curva dei tassi di questo genere dopo l'attacco terroristico alle torri gemelle.

(11) v. J.K.Galbraith, The Great Crash, cap. III "In Goldman, Sachs We Trust" (il titolo e' chiaramente in antitesi con quanto scritto sulle banconote statunitensi "In God We Trust"). [http://books.google.it/books?id=l-xRKtKEpTwC&printsec=frontcover&dq=crash+galbraith] Per concludere resta molto chiara, e radicata nel corso del tempo, l'idea di Warren Buffet sull'argomento: "In God We Trust; all others pay cash". [http://www.berkshirehathaway.com/letters/2008ltr.pdf]